Attacchi di panico e cambiamento: la paura dell’ignoto che scuote l’anima
Vi è mai capitato di vivere degli attacchi di panico in determinate fasi della vostra vita?
Può succedere che alcuni momenti che richiedono un profondo cambiamento possano suscitare una sensazione di spaesamento e incertezza. Un senso di incertezza difficile da controllare e comprendere. Un esempio potrebbe essere un trasferimento lavorativo, un matrimonio, la nascita del primo figlio. Eventi che possono provocare un cambiamento dentro di sé oltre che nella propria vita. In alcuni casi questo potrebbe rievocare dei piccoli traumi del passato che la persona in questione rivive nel presente mediante gli attacchi di panico.
Vi parlerò adesso del caso di Davide, un esempio di come dei piccoli e grandi cambiamenti che una persona affronta durante determinate fasi della propria vita, si ripercuotono in modo quasi irruento nel proprio mondo interno.
Il caso di Davide
Davide è un uomo di 30 anni, molto dedito al lavoro e alla carriera, con una grande passione per la caccia. Si è sposato da 2 anni e aspetta il primo figlio da sua moglie, con la quale ha un forte legame. Il loro rapporto si è sempre improntato su una forte progettualità futura, infatti Davide ha da poco concluso la pratica di acquisto per la loro nuova casa. Davide stava affrontando una profonda fase di cambiamento della sua vita che ha segnato un pò il passaggio forte e repentino verso l’età adulta. Un cambiamento che ha messo in moto diversi vissuti che Davide ha fatto fatica a gestire. Ha iniziato ad avere forti attacchi d’ansia, non appena varcava la soglia di casa, e si recava a lavoro. Ha provato una forte angoscia e sensazioni di svenimento con attacchi di tachicardia, anche quando si assentava qualche giorno per andare a fare qualche battuta di caccia insieme al padre: una tradizione che rispettava sempre. Tuttavia, con il passare del tempo, questi attacchi si manifestavano più assiduamente, creando in Davide, un forte senso di spaesamento, confusione e incertezza.
“Sentivo il mio corpo quasi tremare, dei battiti fortissimi, che diventavano sempre più veloci, come un treno ad alta velocità che ti passa davanti. Non riuscivo a controllare e a frenare quel tremore e quei battiti, e mi sentivo in trappola. Era orribile non capivo come mai repentinamente mi sentivo così, senza una via di uscita”.
Ciò che ha vissuto provando Davide in quel momento era la fase iniziale dell’attacco di panico. La parola “panico” deriva dal greco “Panikos” che deriva dal nome del Dio della mitologia greca Pan. Pan è un semidio, metà uomo e metà capra e una delle sue caratteristiche principali è il suo urlo agghiacciante e disarmante, che ha la capacità di lasciare i suoi nemici in uno stato di panico assoluto. Un altro aspetto molto significativo di Pan è il modo repentino e irruento attraverso cui si presentava ai suoi nemici. Tutte queste caratteristiche che contraddistinguono l’attacco di panico disarmano le persone che lo stanno vivendo. L’imprevedibilità dell’attacco, e l’intensità con cui si manifesta può rendere la persona incapace, inizialmente di far fronte al vortice del panico, poiché non conosce l’origine e il motivo per cui lo sta vivendo. L’incertezza, il non sapere, e la sensazione di non avere il controllo del proprio corpo genera un’angoscia profonda, come nel caso di Davide, che disorienta e, al contempo, ti divora. La persona con attacchi di panico vive come in trappola, a causa del suo tentativo iniziale di contenere lo stato di angoscia che ne deriva, e dalla sua difficoltà di attribuire una causa specifica all’attacco, e questo non impedirà il verificarsi di un nuovo stato di panico. Le volte successive, come è successo a Davide, subentra uno stato di ansia e di forte paura al pensiero di nuovi attacchi creando così, un circolo vizioso.
Iniziava ad avvertire un senso di paura e angoscia nel momento in cui si allontanava da casa, lontano dalla moglie, a tu per tu con un possibile imminente attacco. Sollecitato dalla moglie, allora, si è rivolto a me, raccontandomi i diversi episodi di attacchi di panico che si manifestavano ogni volta che cercava di lasciare la città. In un primo momento Davide non riusciva a collegare il panico ad alcun contenuto emotivo, ma con il susseguirsi delle sedute, sono emersi una serie di fattori che contribuivano ad alimentarlo. Quando è stato trattato il tema sulla responsabilità associata alla nascita del primo figlio e all’ acquisto della sua nuova casa, Davide disse di sentirsi come un bambino di 6 anni, piuttosto che come un uomo adulto di 30. Aggiunse il fatto di non essere sicuro di essere pronto a diventare padre e farsi carico delle responsabilità di marito, oltre a quelle legate al mutuo per la casa.
La mancanza di consapevolezza iniziale è un indice importante per la manifestazione di ulteriori attacchi di panico. La grande difficoltà sta nel trovare la causa primaria che ha scatenato gli attacchi, causata spesso dal fatto che la persona non ha piena consapevolezza di cosa siano gli attacchi di panico proprio perché corpo e mente sono apparentemente scollegati per lui/lei. Spesso, si attribuiscono proprio cause mediche e organiche allo stato di panico, e quindi una totale assenza di consapevolezza legata agli aspetti prettamente psicologici che comportano gli attacchi. Questo aspetto è molto significativo perché, nella maggior parte dei casi, potrebbe rallentare il lavoro sulle cause che hanno provocato gli attacchi, a causa delle forti resistenze messe in atto dalla persona . Davide, infatti, gradualmente, è riuscito ad associare gli attacchi ad alcuni eventi significativi della propria vita, comprendendo il nesso tra questi ultimi, e questo ha posto le giuste basi per un lavoro proficuo ed efficace.
Davide è stato invitato, nel corso delle sedute, a descrivere più dettagliatamente le circostanze in cui si verificavano gli attacchi di panico, e ha ribadito che li aveva ogni volta che si accingeva a lasciare la città.
Inizialmente con Davide abbiamo analizzato le varie situazioni che hanno scatenato gli attacchi di panico in Davide, successivamente sono state esplorate le associazioni a determinati eventi della propria vita e i pensieri connessi. Lasciare la città per andare a fare le battute di caccia insieme al padre, la nascita del primo figlio, l’acquisto della nuova casa, dimora e sede che segna un cambiamento profondo nella vita di Davide, hanno creato in lui degli sconvolgimenti e turbamenti, che Davide non riusciva a comprendere e ad esprimere. Il corpo ha mediato e ha comunicato questi vissuti, come un segnale d’allarme.
La psicoterapia è fondamentale proprio per far emergere questi aspetti, che vengono celati e nascosti dalla persona per potersi proteggere da tutte quelle sensazioni di paura e di ansia che degli eventi significativi possono suscitare. Il riversare queste angosce sul corpo che funge quasi come un contenitore, permette, apparentemente alla persona di riuscire a controllare queste sensazioni, che trovano comunque modo di venire fuori. La terapia rappresenta una modalità sicura di esprimere questi vissuti, permettendo, in questo caso a Davide, di creare un dialogo tra corpo e mente, aumentando la propria consapevolezza e alleggerendo un po ‘ la persona dal peso che porta.
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