Vi è mai capitato di provare un attacco di panico?
Vi è mai capitato di provare la sensazione di svenire e di sentire il cuore battere fortissimo ? Quasi tutte le persone si sono trovate almeno una volta a tu per tu con il panico, o si sono avvicinate a quella sensazione di angoscia dell’ignoto.
Tantissime persone che hanno avuto attacchi di panico provano una sensazione di profonda incertezza e turbamento. Questa sensazione si potrebbe manifestare davanti a tutto ciò che non si conosce e potrebbe portare le persone a rivolgersi ad un medico, pensando di vivere qualcosa a livello organico, pensando di avere una malattia. Effettivamente gli effetti e le sensazioni si manifestano e si riversano sul proprio corpo.
È una sensazione che spaventa, disorienta, e in alcune situazioni, viene affrontata come un disturbo da aggredire e da combattere con le medicine, senza rivolgere il pensiero verso il proprio mondo interiore. Per quale motivo il panico terrorizza così tanto?
Probabilmente, il più delle volte ci spaventa il profondo senso di paura che sperimentiamo in alcune situazioni, che sfuggono al nostro controllo.
Quali sono le cause dell’attacco di panico e come si manifesta nella maggior parte dei casi?
Il panico ci pervade, ci terrorizza, ci immobilizza fino a farci sentire in prossimità della fine, senza riuscire a intercettare una via di uscita. Durante un attacco di panico si attivano e mettono in moto tutte le sensazioni che proviamo a livello corporeo come la tachicardia e battito accelerato, respirazione affannosa, sudore etc. Tutti questi segnali ci avvertono della fortissima ansia e senso di panico che proviamo.
Nella prospettiva psicoanalitica il panico si può manifestare attraverso l’angoscia, uno stato d’ansia, di paura, la mancanza di certezza, la perdita di contatto. E’ la cosiddetta paura della paura. L’ urlo di Munch lo rappresenta in tutte le sue forme, descrive l’essenza del panico che alimenta le nostre paure. Una delle caratteristiche principali dell’attacco di panico è il prenderci alla sprovvista, il coglierci di sorpresa. Non ci sentiamo preparati, non siamo consapevoli che in quell’istante potremmo avere un attacco. Una volta che si vive il panico, ci si sente intrappolati nella paura che si possa verificare di nuovo.
La Pandemia potrebbe essere una delle forme più invasive del panico. E’ arrivata come una tempesta a ciel sereno, cogliendoci impreparati, facendoci sentire spaesati, con un profondo senso di incertezza.
Perché l’incertezza ci spaventa?
In alcuni casi molte persone hanno la grande paura di perdere il controllo in molti ambiti come quello lavorativo, familiare, sociale, economico. La perdita della certezza è un fattore che può turbare perché ci obbliga a organizzare giorno per giorno la nostra vita senza un senso di sicurezza. La Pandemia ci ha messo di fronte a questa sensazione, con la quale abbiamo dovuto imparare a convivere, ma non sempre è così semplice. Il non sapere come evolverà la situazione lavorativa a causa del Covid, il terrore di ulteriori restrizioni, l’angoscia di poter contrarre il virus, la paura dell’altro. Tutto questo ci ha fatto, e ci fa ancora vivere in uno stato di ipervigilanza, che talvolta può consumare le nostre energie, aumentando la nostra ansia.
Il panico come ombra di una società “sempre connessa”
Poniamo il caso che ogni sintomo che accusiamo e percepiamo, non fosse una manifestazione di un malfunzionamento biologico (organico), ma ci dicesse qualcosa sulla società nella quale siamo totalmente immersi; il sintomo del panico è forse l’altra faccia della medaglia?
In una società in cui si è sempre connessi “con”, dove ogni cosa è immediata e a disposizione di tutti, il panico rappresenta la parte d’ombra, il senso di solitudine. È la parte negata di una società che ci vuole sempre attivi e performanti, in grado di riempire il vuoto, la paura e il malessere con un atto, con una soluzione immediata.
Nella società attuale il pensiero viene represso e circoscritto. Pensiero inteso come capacità di pensare a sé stessi e di guardarsi dentro, di saper ascoltare e immergersi nelle sensazioni corporee che rappresentano le nostre emozioni.
Perché si manifesta l’attacco di panico?
- L’attacco di panico viene considerato un sintomo di una complessa sofferenza interiore. La sensazione angosciante di non comprendere ciò che sentiamo, e l’origine di tale angoscia, può aumentare lo stato d’ansia che, nel corso della crisi di panico, si può esprime attraverso il corpo. Questo aspetto potrebbe impedire la verbalizzazione delle sensazioni angosciose che proviamo, creando il “vortice del panico”.
- Alcune volte gli attacchi di panico si manifestano nel corso di una crisi identitaria, nei momenti di cambiamento (durante la prima età adulta, crisi adolescenziale e di mezza età) o come reazioni psicosomatiche alla separazione. Questo può creare dei conflitti che si vivono nel proprio mondo interiore, e che non si riescono a esprimere con facilità. Il corpo dà un segnale d’allarme e ci avverte dell’esistenza di questi conflitti.
- In altre circostanze si può manifestare a seguito di un abbandono, dove la separazione dal partner viene vissuta come un crollo delle proprie sicurezze, e della propria stabilità.
Altri fattori importanti da considerare
È molto importante esaminare accuratamente le circostanze in cui si verificano gli attacchi di panico e la storia di ogni persona per comprendere se ci sono fattori psicologici rilevanti. Alcuni di questi fattori che giocano un ruolo importante sono correlati a cambiamenti legati alla situazione lavorativa, alla perdita di figure significative nella vita della persona. Le esperienze di perdita e lutto sono spesso associate a esperienze infantili nelle quali era stato minacciato l’attaccamento a un genitore o ad un’altra persona importante.
L’efficacia della Psicoterapia nel trattamento degli attacchi di panico
Alcuni studi accertano l’efficacia della terapia psicodinamica e di quanto quest’ultima giochi un ruolo importante nel trattamento degli attacchi di panico. Molte persone che vivono attacchi di panico, spesso non hanno piena consapevolezza delle cause che provocano questi attacchi di panico. Anzi, molto spesso si potrebbe pensare che derivano da una condizione fisica e organica, e si contatta il medico invece dello psicologo. Non è semplice capire nell’immediato che il corpo è l’espressione dei nostri vissuti e dei nostri turbamenti interni. Nel caso dei disturbi di panico è importante capire questo aspetto. Corpo e mente sono profondamente collegati, uno è l’espressione dell’altro. Ciò che pensiamo e proviamo in un determinato momento, il corpo lo vive con sensazioni che manifesta: mal di pancia, mal di stomaco, tachicardia, affanno. La psicoterapia è importante proprio per questo aspetto. La persona durante il suo percorso apre questo canale: la mente impara a conoscere i segnali del corpo.
Durante le sedute possono emergere conflitti che coinvolgono vissuti di rabbia, indipendenza e separazione. Vengono esplorate le paure della persona, si analizzano gli eventi che si associano agli attacchi di panico e le circostanze in cui si verifica. L’aspetto determinante, che durante le sedute psicoterapiche emerge, è la mancata consapevolezza dei nostri stati d’animo più profondi. Spesso la rabbia viene repressa e non accettata, e questo conflitto viene espresso dal nostro corpo, con l’ansia e l’angoscia. E’ quindi fondamentale saper dialogare con i nostri stati d’animo e sensazioni corporee.
Tutto ciò a cosa porta? Un altro aspetto importante è la capacità di comprendere come funzioniamo a livello psichico: l’origine e le cause dei nostri desideri, capire la natura dei nostri pensieri e le nostre paure. Questo è un elemento importante perché ci permette di capire come l’attacco di panico sia legato ad una nostra rappresentazione di qualcosa (la nostra percezione e modo di pensare ad un determinato evento, attribuendo un determinato significato). In questo modo la persona che soffre di attacchi di panico riesce a capire come la percezione di una vera catastrofe sia una rappresentazione piuttosto che una realtà. Infine, le persone che soffrono di attacchi di panico possono trarre benefici dall’integrazione tra psicoterapia e terapia farmacologica. La combinazione delle due terapie è fondamentale poiché la sola farmacoterapia non è sufficiente per indurre una remissione dei sintomi o per migliorare il controllo degli attacchi di panico.
L’intervento psicoterapico si rende necessario per aiutare le persone che soffrono di attacchi di panico a comprendere e ad eliminare le loro riserve sul trattamento farmacologico.
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