Avverto un formicolio? Sicuramente soffro di una malattia degenerativa! Ho mal di testa? Probabilmente ho un tumore. Mi sono ferito? Certamente avrò contratto una malattia infettiva.
L’ipocondria consiste nella preoccupazione di avere o di contrarre una grave malattia in assenza di particolari sintomi o sperimentando sintomi di lieve intensità.
La paura è persistente e acuta e spinge ad esami e analisi continue, dispendiose sia dal punto vista psicologico che economico o, al contrario, spinge all’evitamento.
L’individuo può evitare le visite mediche e gli ospedali per timore che i propri sospetti vengano confermati, oppure può evitare di far visita ai familiari malati o fare a meno di svolgere alcune attività (per esempio l’esercizio fisico) per non mettere a repentaglio la propria salute.
Di cosa soffre l’ipocondriaco? Il caso di Celeste
Celeste ha 45 anni, è assolutamente convinta di avere l’HIV. Dice di sentirsi estremamente debole e di avere delle vesciche in bocca, non riesce tanto bene a camminare. A volte sente i linfonodi ingrossati, dato che li tasta con frequenza, e in alcuni periodi dimagrisce drasticamente. Racconta di aver visto una trasmissione televisiva dove si parlava della malattia e di aver riconosciuto tutti i suoi sintomi. “Ho cercato anche in Internet sui siti dei medici e anche loro confermano la diagnosi”.
Uno dei segni distintivi dell’ansia da malattia è proprio la vigilanza del corpo: questo viene scrutato ripetutamente alla ricerca di anormalità (es. esaminarsi la gola allo specchio) e gran parte del tempo viene utilizzato per effettuare ricerche in rete sulla malattia che si sospetta di avere.
Negli ultimi mesi Celeste ha svolto vari test degli anticorpi, risultati tutti negativi ma “mai come in quest’epoca di Covid-19 assistiamo a falsi negativi quotidianamente, sicuramente sarà il mio caso perché i sintomi che si manifestano sul mio corpo sono inconfondibili!”.
Durante il primo colloquio ci tiene a sottolineare che si trova in studio non per sua volontà ma per assecondare il marito e i suoi figli: “loro sono convinti che io sia pazza, non capiscono quanto questi sintomi siano per me invalidanti, tra l’altro il mio medico ha sbagliato molte diagnosi dei suoi pazienti: mi sono confrontata con altre signore in sala d’attesa e ad una di queste non aveva diagnosticato un linfoma; l’ho dovuto cambiare”.
Ansia e paura sono le parole chiave che descrivono l’ipocondria
La preoccupazione riguardante l’idea di essere malati è accompagnata da una sostanziale ansia per la salute: ti preoccupi, esibisci la tua ansia e cerchi di invocare la preoccupazione altrui.
Temi che non si faccia abbastanza per la tua salute e concentri tutta l’attenzione e i pensieri sui sintomi per la paura che sia sfuggito qualche dettaglio fondamentale.
Ti rechi spesso dal medico ma le sue rassicurazioni non riducono le tue preoccupazioni, anzi possono addirittura aumentarle: “sicuramente non sono stato visitato accuratamente”, “forse le analisi del laboratorio sono state accidentalmente scambiate”, non ti senti compreso o creduto e ciò ti spinge a chiedere ripetutamente un consulto ad altri professionisti.
La paziente è preoccupata di aver contagiato anche il marito, è da tre mesi che non si reca al lavoro perché i sintomi fisici sono troppo forti e perché le visite mediche le occupano l’orario lavorativo, in casa il clima è diventato intollerabile perché Celeste parla continuamente delle sue malattie e sensazioni fisiche.
La malattia diventa un elemento centrale dell’identità e dell’immagine di sé, un frequente argomento di conversazione e una reazione allo stress della quotidianità.
Le conseguenze dell’ipocondria
Le conseguenze per una persona che soffre di ipocondria sono significative e causano una compromissione delle attività; diversi sono gli ambiti su cui interferiscono:
- lavorativo: possono verificarsi frequenti assenze per visite mediche e accertamenti, oppure il disagio può interferire con l’efficienza lavorativa (avanzare pretese perché a causa dei propri problemi di salute si è convinti di non poter svolgere determinate mansioni).
- relazionale e familiare: le eccessive preoccupazioni possono diventare vere e proprie ossessioni che possono frustrare gli altri e allontanarli; spesso ci si aspetta considerazione e trattamenti speciali e ciò può causare tensione in famiglia poiché l’attenzione viene focalizzata prevalentemente intorno al benessere fisico del soggetto.
Inoltre, i familiari e gli amici possono acuire le paure delle persone aggiungendo le proprie preoccupazioni e possono sentirsi particolarmente stressati o inadeguati non riuscendo in alcun modo ad aiutare la persona ad alleviare le sue paure.
- finanziario: dovuto a visite e spese mediche eccessive. L’ipocondriaco può recarsi dal dottore per ogni minimo disturbo ed è difficile accettare che non c’è nulla che non va in lui; questo lo porta a mettere in discussione la competenza del medico, a cercare continuamente nuove opinioni e a sottoporsi a continui esami.
- altri disturbi: chi soffre di ipocondria spesso sperimenta disturbi somatici, ansia o depressione.
Provo a raccogliere degli elementi della sua storia personale ma Celeste ci tiene a sottolineare che non ha nessuna intenzione di procedere con un lavoro di questo tipo, totalmente inutile perché lei ha bisogno di un parere medico e non psicologico.
Nei colloqui successivi ci si limita a fare un lavoro di tipo psicoeducativo sia con la paziente sia con i familiari, spiegando in cosa consiste l’ansia per la salute e quali sintomi sono correlati. Man mano che si procede si cerca di entrare sempre più in merito al significato di questi sintomi.
Il lavoro è lungo e ancora agli inizi ma, anche se lentamente, la paziente sembra aver acquisito maggiore fiducia e propensione al farsi aiutare.
Voglio aiutare un ipocondriaco: come fare?
Poiché credono di avere una malattia fisica, gli individui ipocondriaci si incontrano molto più spesso in strutture mediche che non nella sala d’attesa di uno psicologo!
Quando l’ipocondriaco si rivolge ad uno psicologo spesso lo fa per compiacere i familiari esasperati.
Non sempre l’ipocondriaco è disponibile ad intraprendere un percorso di psicoterapia, in questo caso è utile agire con interventi psicoeducativi grazie ai quali la persona e i suoi familiari possano imparare a conoscere meglio la malattia, come funziona e come si può affrontare.
Un individuo che soffre di ipocondria si sente fragile, debole e vulnerabile alla malattia. Questa debolezza non è presente solo a livello fisico ma anche sul piano psicologico, vi è infatti la tendenza a provare emozioni esagerate, ad avere difficoltà nel controllarle e dunque ad esserne sopraffatti ed avere la sensazione di impazzire.
Quando una persona che soffre di ipocondria decide di intraprendere un percorso psicologico, lo psicologo sa bene che la persona che si ha davanti ha scelto il linguaggio del corpo per esprimere paure e disagi; dunque, lo psicologo ha il compito di aiutare il paziente ad interpretare il suo dolore incapsulato nel corpo e accompagnarlo nella decifrazione della sua sofferenza. Spesso vi è un’incapacità di esprimere i propri vissuti emotivi (dolore, rabbia, impotenza) che rimangono “intrappolati” nel corpo e trovano nell’ipocondria l’unica valvola di sfogo.
In molti casi i sintomi somatici nascondono un desiderio inconscio di essere accettati ed accolti, di ricevere attenzione e cura.
In generale è importante supportare la persona nello sviluppo di se stessa e migliorare il modo in cui la persona si sente e i suoi rapporti interpersonali ed aiutarla ad affrontare lo stress.
Con l’aiuto dello psicologo vengono individuati i pensieri e le dinamiche che contribuiscono a tenere viva la malattia e le ripercussioni che ne derivano, con un graduale miglioramento della qualità della vita.
Nei casi più gravi è indicato un trattamento farmacologico.
E tu, controlli ripetutamente il tuo corpo alla ricerca di segni di malattia? Pensi molto alla tua salute e ne parli più della maggior parte delle persone? Passi molto tempo online a cercare le cause delle tue sensazioni fisiche? Sei sicuro che il tuo medico stia trascurando qualcosa di importante? Hai paura che la morte sia dietro l’angolo? Se ritieni di aver bisogno d’aiuto è bene agire per tempo! Puoi contattarci per una prima consulenza senza impegno.