È tutta la vita che senti di essere in lotta con il tuo peso e il tuo corpo?
Hai provato mille diete ma ti sembra di essere sempre destinato/a a fallire? Senti di non riuscire a mantenere i risultati che hai così faticosamente raggiunto?
Se hai risposto “Sì! Sono proprio io!” ad almeno una di queste domande, non preoccuparti. Non sei solo/a.
Le ricerche ci dimostrano che le diete prescrittive, cioè una dieta in cui qualcuno ti dice cosa puoi o non puoi mangiare ma non ti insegna come mangiare, hanno un altissimo tasso di fallimento. Questo significa che per moltissime persone che hanno una lunga storia di diete, la parola dieta si associa a una storia di frustrazioni e fallimenti. Sono proprio questi vissuti a rendere conflittuale il rapporto con il nostro corpo e il cibo, ma soprattutto a scoraggiarci dal ricominciare a prenderci cura di noi.
“Ormai le ho provate tutte, so cosa dovrei mangiare ma non riesco a seguire”. Quante volte lo hai pensato?
Partiamo dal presupposto che qualunque dieta, se seguita, può portare a perdere peso. Questo perché si basa su un dispendio energetico: le entrate sono minori delle uscite; la differenza matematica tra quanto ingerisco e quanto consumo porta il corpo a utilizzare le riserve corporee. Il problema però non sta solo nel riuscire a perdere, a raggiungere il nostro obiettivo. La vera sfida nasce subito dopo, nella fase di mantenimento.
Il problema è che spesso non abbiamo difficoltà nel sapere cosa o quanto dobbiamo o non dobbiamo mangiare, ma piuttosto nel come mangiare.
L’obiettivo dovrebbe essere quello di una modificazione del nostro stile di vita. Come? Apprendendo nuove abitudini che, poco alla volta, diventino la nostra quotidianità, degli automatismi comportamentali che ci permettano di fare scelte sane, serene e consapevoli.
In effetti per dieta si dovrebbe intendere “il complesso delle norme di vita (alimentazione, attività fisica, riposo) atte a mantenere lo stato di salute” (Treccani). Purtroppo però, il termine dieta viene invece inteso come privazione, sacrificio, rinuncia. Questo è vero solo se perdiamo lo sguardo di insieme, subiamo le indicazioni alimentari e ci concentriamo sul dover rinunciare al dolcetto dopo pranzo piuttosto che sui benefici complessivi, fisici e psicologici, che potremmo raggiungere. Se invece tornassimo a considerare la parola dieta nella sua accezione originale, potremmo cogliere l’aspetto della cura del nostro benessere, cosa che prescinde dal numero che leggiamo sulla bilancia. Avere un’alimentazione sana diventa quindi uno dei modi a nostra disposizione per occuparci di noi stessi e per costruire attivamente e quotidianamente il nostro benessere psicofisico.
Cambiare abitudini non è facile, richiede costanza e pratica. D’altronde non abbiamo imparato a guidare in un giorno! All’inizio eravamo impacciati, ansiosi, attenti e certo non ci veniva automatico e naturale. Tutte le abitudini funzionano così, hanno bisogno di tempo e attenzione per poter diventare automatismi.
Gli errori più comuni quando si affronta una dieta
Ma quali sono quindi i principali errori che commettiamo nel momento in cui prendiamo la fatidica decisione: ”Basta! Da domani dieta”? Ne illustriamo di seguito qualcuno.
Iniziare una dieta senza essere convinti
Molte persone, soprattutto se sovrappeso, alla domanda: “Perché vuoi perdere peso?” rimangono attoniti. Sembra ovvia la risposta: “Perché sì! Per la mia salute prima di tutto”. La salute spesso non è una motivazione sufficiente. Tutti sappiamo quanto male faccia ad esempio il fumo, eppure nemmeno le immagini sui pacchetti ci fanno desistere. Questo è legato anche al concetto della percezione del rischio, fino a quando non capita a noi il concetto di salute è vago e indefinito. Potrebbe non toccarci sufficientemente da smuoverci. Prima di iniziare un qualunque percorso, è consigliabile quindi riflettere sulla nostra motivazione. Perché è importante per noi? Cosa cambierebbe nella nostra vita? Come ci sentiremmo se?
Affidarsi a diete autogestite o diete alla moda
Non siamo dei robot, ogni corpo è diverso, ha tempi e necessità diverse. Le diete che promettono risultati veloci e in breve tempo spesso fanno leva sull’eliminazione di intere categorie di alimenti (i carboidrati per citarne una). Questo potrebbe portare a degli squilibri pericolosi per la nostra salute, oltre che alimentare convinzioni e falsi miti scorretti e nocivi che ci portano a demonizzare certi alimenti che sono invece fondamentali.
Non ho abbastanza tempo per gestire la dieta
È vero, seguire un piano richiede tempo e organizzazione. Un tempo che se ben gestito e organizzato può diventare ben speso. A volte è sufficiente apprendere qualche piccola strategia per organizzarci al meglio, ottimizzare le nostre risorse e non dedicare all’alimentazione più tempo del necessario. In questo senso i professionisti della salute sono validi alleati per aiutarci a apprendere queste strategie
Arrendersi al primo sgarro
“Oggi non ho rispettato la dieta. Mollo tutto”: il cambiamento non è un processo lineare, ma procede a singhiozzo. Non aver seguito alla lettera il piano non comprometterà quanto raggiunto fino ad oggi. Il senso di fallimento che ne consegue e la tendenza a mollare, sì. Le difficoltà fanno parte del processo di apprendimento, ben vengano perché ci aiutano a capire su cosa lavorare. Un detto dice “Qualche volta vinco e qualche volta imparo” ed è proprio così. Nulla è irrimediabile.
Ripetitività e monotonia
Un altro motivo per cui le diete fai da te o prestampate non funzionano è perché sono noiose! Il cibo è e deve essere un piacere, soprattutto se siamo a dieta. È normale che se il momento del pasto risulta un momento triste e noioso io cerchi gratificazione altrove.
Non abbinare alla dieta l’attività fisica
Se torniamo al concetto di dieta, è chiaro che uno stile di vita attivo è parte integrante di quel percorso di cambiamento che stiamo cercando di raggiungere.
Fame emotiva
Il cibo può diventare l’unico modo in cui gestiamo le nostre emozioni. Sono annoiato? Mangio. Sono triste? Mangio. Sono arrabbiato? Mangio. Sottovalutare questa funzione del cibo può portarci a non agire sulla vera fonte del problema: il cibo non può essere il nostro unico regolatore emotivo, dobbiamo imparare altre strategie più funzionali per gestire e per stare con le nostre emozioni.
Ritornare alle vecchie abitudini alimentari
Ricominciare a mangiare come prima dopo aver raggiunto il peso ideale: se vediamo la dieta come una sfida, uno sprint con una meta da raggiungere, tenderemo a riprendere le nostre vecchie abitudini una volta raggiunto l’obiettivo. Se invece la consideriamo come un percorso, un viaggio, una direzione che vogliamo dare alla nostra vita, sarà più facile continuare a mantenere le sane abitudini acquisite perché parte integrante del modo in cui vogliamo prenderci cura di noi stessi. Gli amanti della montagna non si fermano alla prima baita, ma continuano il loro cammino spinti dalle meraviglie che incontreranno proseguendo.
Serve aiuto?
Dopo tutte queste considerazioni potrebbe essere utile valutare l’opportunità di una consulenza con un terapeuta cognitivo comportamentale. La terapia ci aiuta ad acquisire maggiore consapevolezza sul nostro rapporto con il cibo e il corpo. Un percorso psicoterapico può anche essere l’occasione per conoscere i nostri comportamenti alimentari e imparare delle strategie per gestirli.
Se anche tu ti ritrovi in quanto hai appena letto e stai affrontando una dieta oppure sei deciso a riprovare dopo aver precedentemente fallito, se sei stanco di lottare e di continue frustrazioni, chiamaci per una consulenza.
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