Per meglio comprendere la depressione amorosa ti parlerò del caso di Gaia, una giovane e bellissima ragazza di 17 anni, delusa e ferita dall’amore.
Gaia è una giovane ragazza di 17 anni. L’hanno sempre reputata una bella ragazza, solare, molto simpatica e sensibile. Gaia frequenta il terzo superiore al liceo scientifico ed è sempre andata bene a scuola. È molto appassionata di filosofia e letteratura, e ama suonare la chitarra da diversi anni. Si è sempre definita una persona romantica, sognatrice, ed era alla ricerca costante del vero amore. Voleva sentire le farfalle nello stomaco e fare le sue prime esperienze. Durante l’autunno del 3 anno di liceo, Gaia ha iniziato a frequentare un ragazzo più grande della sua stessa città (Marco). Lui frequenta la facoltà di economia all’università ed è molto fissato con l’estetica e l’apparenza. I primi momenti di frequentazione Gaia li ha vissuti bene e si sentiva felice e coinvolta.
Nel corso della loro relazione, tuttavia, Gaia inizia a sentirsi giudicata nel suo vestire e modo di porsi. Sentiva incessantemente il peso dei paragoni con altre ragazze con cui si era frequentato il ragazzo, che le diceva spesso di vestirsi più femminile, più sexy. Gaia non aveva una considerazione di sé molto positiva, e sentiva questi giudizi e paragoni sempre più forti e ingombranti nella sua testa.
“Non sono abbastanza bella e femminile, mi vesto sempre come una sciattona. Non posso piacere a nessuno così figuriamoci a Marco. Mi sento spesso fuori posto, ogni volta che mi guardo allo specchio vedo una persona spoglia, inutile, e non riesco a liberarmi da questi pensieri”.
Lo stato depressivo rappresenta un guscio impenetrabile, difficile da oltrepassare, poiché sono racchiusi lì dentro le paure e le sofferenze più profonde della persona, dalle quali non si riesce a liberare facilmente. In alcune circostanze, come nel caso di Gaia, tutte le mancanze e le angosce, i pensieri negativi e intrusivi che sentiamo dentro, fanno percepire la persona spoglia, perché si sente vuota o consumata da questi pensieri. Lo stato d’animo “nero” cupo e inqueito in una persona che soffre di depressione, viene proiettato su altre persone, riflettendo su di loro, come uno specchio, il nostro vissuto e le nostre paure e stati d’animo. Gaia è la prima a sentirsi spoglia, inferiore non degna di amore e di interesse. E’ più semplice per lei, da una parte, trovare riscontro di questo suo pensiero e percezione, facendo il confronto con l’altro. Un confronto distruttivo più che costruttivo, volto a mettere in ombra la propria persona, appunto perchè non degna di attenzioni.
Nonostante questo, la relazione era andata avanti fino a quando Gaia non è stata lasciata da Marco. Non solo, aveva pure scoperto dopo qualche settimana, di essere stata tradita con l’attuale ragazza che “aveva preso il suo posto”. Il mondo di Gaia era andato a pezzi in quel momento. Si sentiva triste e frustrata, piena di rabbia e inadeguata. Ha iniziato a darsi malata a scuola, fino a quando non ha espresso ai suoi genitori tutto il suo malessere, smettendo di uscire e frequentare le lezioni, chiudendosi in camera. Si sentiva apatica, iniziava a dormire sempre di più e a sentirsi sempre più stanca. Ogni tanto trovava il coraggio di piangere, ma le sue lacrime si asciugavano troppo velocemente, non dando spazio ad alcun altro tipo di emozione vitale. I suoi genitori erano molto preoccupati e non sapevano come fare, non riuscivano a trovare delle soluzioni e qualunque cosa dicessero, per lei non aveva importanza o significato. Dopo 3 settimane, ha iniziato a mangiare di meno e a passare le giornate a guardare il vuoto. Le amiche preoccupate la chiamavano, le scrivevano ma lei evitava ogni tipo di situazione e di confronto. Non si sentiva in grado di reggere un dialogo o di dare spiegazioni alle persone di come si sentiva in quel momento. Ad un certo punto Gaia, vedendo sempre di più l’angoscia che provavano i suoi genitori, ha iniziato a leggere “New moon”, il secondo romanzo della saga Twilight, e lo ha divorato in una settimana. Ha trovato in quel libro uno specchio della sua anima e del suo sentire (la protagonista era stata lasciata dal suo fidanzato vampiro, senza alcuna spiegazione, ma che poi si rivelerà essere un puro gesto d’amore nei suoi confronti per proteggerla da altri vampiri ostili)”.
Come nel caso di Gaia, quando tanti eventi negativi, spiacevoli e stressanti si concentrano, fanno sentire la persona in uno stato di oppressione. Risulta tutto troppo grande e difficile da affrontare, e invece di riuscire a esternare e a parlare di ciò che si sente, si adotta la tendenza a chiudersi dentro, a tenere dentro un contenitore sigillato tutto l’oceano dei nostri pensieri e stati d’animo.
Si innesta così un circolo vizioso che caratterizza il vissuto della persona che vive un episodio depressivo. Il troppo è difficile da gestire, troppi flussi emotivi di varie sfumature, quasi impercettibili. Ci si sente intrappolati in questi vortici, perchè non sappiamo da dove vengono, quali emozioni nello specifico toccano. Gaia, infatti, non riusciva a reggere e a combattere questo vortice emotivo dentro di lei. Non riusciva a dare una spiegazione concreta. Sentiva che tutto era troppo grande e quindi faceva fatica anche solo a pensare di poter spiegare agli altri cosa provava. Le faceva paura lo stato di inquietudine e sofferenza che stava provando e questa paura fungeva come una barriera tra lei e gli altri. Non si fidava di nessuno, soprattutto di sé stessa. La paura e il senso di colpa sono stati d’animo che costellano il vissuto depressivo. La colpa per i nostri pensieri, verso sé stessi e il nostro modo di essere, ci divora facendoci sentire svuotati di quell’energia vitale, spogli. La colpa che prende la forma della rabbia rivolta verso il nostro interno, piuttosto che verso l’esterno, la rabbia di non essere ciò che si desidera, di deludere le aspettative delle persone a cui teniamo, di deludere noi stessi.
Gaia è sempre stata brava a scrivere. Durante i compiti d’italiano scriveva dei temi bellissimi e profondi, ottenendo sempre voti alti. Quel libro che ha letto le ha dato una spinta. La spinta a scrivere che ha sentito molto forte. Ha deciso di scrivere una lettera al suo ex ragazzo Marco, descrivendo i propri stati d’animo. Si era messa a scrivere per una settimana, ininterrottamente, una volta facendo anche le 5 di mattina, perché voleva a tutti i costi terminare la sua lettera. Era uscito un piccolo libro di una cinquantina di pagine. La lettera/libro è stata tantissimo apprezzata da Marco che è andato a casa sua a trovarla con dei cioccolatini e chiedendole di rimettersi insieme. Gaia, molto felice, ha accolto il suo riavvicinarsi, ma dopo un altro mese, ha deciso lei di chiudere questa storia, per lei nociva. Questa volta ha deciso di chiedere aiuto e ha iniziato un percorso psicoterapico insieme.
La psicoterapia è un concreto supporto per superare la depressione amorosa
Gaia si è mostrata molto contenta del percorso intrapreso insieme, e quel piccolo libro le aveva dato una spinta a sviscerare le sue emozioni, verbalizzandole nero su bianco. La profonda delusione amorosa aveva creato una specie di voragine interna a Gaia, che si sentiva in colpa per non essere la donna giusta per Marco, di non essere abbastanza. Talvolta il senso di perdita che si prova in queste situazioni può essere dato dall’enorme investimento relazionale nei confronti della persona amata. Quando avviene questa frattura, il vuoto che ne deriva, potrebbe rappresentare la perdita di una parte di sé molto importante.
Attraverso la psicoterapia Gaia ha trovato un suo margine di espressione, e spazio di condivisione. Pian piano è riuscita ad esternare i suoi stati d’animo più profondi cercando di capire le cause e dando una lettura e un valore diverso alle stesse.
Lo stato depressivo è una forma di chiusura che però tende con una forza sovrastante a spingere verso un’apertura del proprio stato emozionale. Risulta a volte più difficile esternare ciò che proviamo, perché non permettiamo a noi stessi di sentire alcune cose che possono “apparire” grandi e ingombranti. È importante ascoltare e soprattutto sapersi ascoltare. Porre maggior importanza e un orecchio attento alle nostre emozioni, accogliendole e lasciandole esprimere, e quando lo si riterrà opportuno, condividerle con le persone di cui ci fidiamo. A volte, questo processo potrebbe richiedere più tempo, ma al contempo, potrebbe fungere da spinta iniziale verso una maggiore consapevolezza dei propri stati d’animo e del proprio modo si sentire.
Ci piacerebbe dirti che la storia di Gaia possa essere ricondotta alla maggior parte delle persone che vivono una forte depressione, purtroppo però non è così: Gaia è stata molto fortunata perché ha saputo riconoscere il bisogno di essere aiutata, in questo caso il suo percorso di rinascita è iniziato da lei, ma spesso accade che le persone in depressione non si muovano spontaneamente verso un percorso che li porta a risolvere il loro problema.
La maggior parte delle volte spetta ai familiari o alle persone care compiere il primo passo confrontandosi con un professionista. Per poter aiutare gli altri bisogna saperlo fare tramite delle indicazione ben precise e poi, in un secondo momento, saper indirizzare la persona, se pronta, verso un percorso terapeutico.
A tutte le persone che si rivolgono a noi, consigliamo di scrivere una lettera a sé stessi, o un diario delle proprie emozioni nei momenti più difficili (Oggi mi sento come….oggi sento che…). Ricorda inoltre che l’arte è lo strumento più potente per l’espressione di sé: dipingere, suonare uno strumento ecc. aiuta a tirare fuori e ad esprimere lo stato d’animo più nero in modo più “colorato”. Esprimete voi stessi come volete e come potete.
Se hai bisogno di aiuto non esitare a contattarci per una consulenza.
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